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ARIE DI CASA MIA


Vesti la giubba

Tratta da Pagliacci, opera lirica in due Atti

Musica e libretto di Ruggero Leoncavallo


Prima rappresentazione: Milano, Teatro Dal Verme, 21 maggio 1892

Quest'aria viene intonata alla fine del primo atto da Canio, che si prepara a recitare per la commedia nel ruolo di Pagliaccio, nonostante abbia scoperto, avvisato da Tonio, il tradimento della moglie Nedda. La registrazione discografica del 1904, con Enrico Caruso nel ruolo del protagonista, è stata la prima nella storia ad aver superato il milione di copie vendute.

Ruggero Leoncavallo nasce a Napoli nel 1857;  figlio di un magistrato, inizia privatamente a studiare il pianoforte, per poi entrare nel 1866 al Conservatorio di San Pietro a Majella di Napoli, dove si diploma nel 1874.  Contemporaneamente si iscrive alla facoltà di lettere dell'università di Bologna e segue i corsi del Carducci; si laurea all'età di 20 anni, dopo aver anche compiuto la partitura dell'opera storica "Chatterton", che verrà rappresentata solo nel 1896 a fama raggiunta. 
Si mantiene insegnando privatamente il pianoforte e suonando nei caffè concerto in Francia e in Inghilterra, quando uno zio, direttore della Stampa al Ministero degli Esteri, lo invita in Egitto dove va nel 1882.  Ma la guerra anglo-egiziana costringe Leoncavallo a lasciare l'Egitto e a ritrasferirsi in Francia. Qui, grazie al baritono Maurel, entra in contatto con l'editore Ricordi, da cui ottiene la commissione per una trilogia, il "Crepusculum", che avrebbe dovuto comprendere "I Medici", "Savonarola" e "Cesare Borgia". In realtà riuscirà a comporre solo "I Medici", che andrà in scena senza troppo successo nel 1893. 
Nel frattempo, stimolato dal successo di "Cavalleria rusticana" di Mascagni, Leoncavallo si dedica alla stesura di una nuova opera.  In 5 mesi di lavoro a Vacallo, in Svizzera, mette a punto musica e testo dei "Pagliacci". Il libretto è tratto da un processo tenuto dal padre quando lui era ancora piccolo, quindi l’opera è basata su una storia vera e, presentata nel 1892 al Teatro Dal Verme di Milano con la direzione di Toscanini, ottiene un  clamoroso successo. 
Il compositore ritrova il consenso con "Zazà" del 1900, un'opera che racconta dall'interno l'ambiente teatrale e che verrà portata su tutti i palcoscenici del mondo dalla sua affezionata sostenitrice Emma Carelli. Questa è l'ultima opera in cui il compositore provvede in prima persona alla stesura del libretto; subito dopo decide di conquistare palcoscenici europei e, sempre nel 1900, manda in scena, a Parigi, "Maja". 

 

Vesti la giubba

(voce Luciano Pavarotti)

Recitar! Mentre preso dal delirio,
non so più quel che dico,
e quel che faccio!
Eppur è d'uopo, sforzati!
Bah! sei tu forse un uom?
Tu se' Pagliaccio!
Vesti la giubba,
e la faccia infarina.
La gente paga, e rider vuole qua.
E se Arlecchin t'invola Colombina,
ridi, Pagliaccio, e ognun applaudirà!
Tramuta in lazzi lo spasmo ed il pianto
in una smorfia il singhiozzo e 'l dolor
Ah, ridi, Pagliaccio,
sul tuo amore infranto!
Ridi del duol, che t'avvelena il cor!


 

Le Arie



Caro mio ben

Se tu m'ami

Nel cor più non mi sento

Il mio ben quando verrà

Vanne o rosa fortunata

Vaga luna che inargenti

Come un bel dì di maggio

Io sono l'umile ancella

Mattinata

Vesti la giubba

Core 'ngrato

Era de' maggio

Torna maggio

Na sera 'e maggio

 

 

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