ARIE DI CASA MIA
Io son l'umile ancella
Musica di Francesco Cilea, Libretto di Arturo Colautti
Prima rappresentazione: Milano, Teatro Lirico, 6 novembre 1902
Francesco Cilea nacque a Palmi, in provincia di Reggio Calabria, il 23 Luglio 1866. Avviato, da giovane, agli studi musicali presso il Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli, si distinse subito per diligenza e precoce ingegno. Al termine degli studi nel 1889, come prova finale, Cilea presentò l'opera Gina, che fu rappresentata con successo nel teatrino del conservatorio. Essa fu apprezzata dall'editore Sonzogno, che commissionò a Cilea La Tilda, un'opera verista in tre brevi atti, sulla falsariga di Cavalleria rusticana. Su libretto di Angelo Zanardini, La Tilda debuttò con successo il 7 aprile 1892 al teatro Pagliano di Firenze. Rappresentata in numerosi teatri italiani, approdò al teatro dell’Esposizione di Vienna il 24 settembre dello stesso anno, insieme alle altre opere di casa Sonzogno.
Il 27 novembre 1897, al Teatro Lirico di Milano, debuttò la terza opera di Cilea, l'Arlesiana, dal dramma di Alphonse Daudet, su libretto di Leopoldo Marenco.
Sempre al Teatro Lirico di Milano, il 6 novembre 1902, il compositore riscosse molto successo con Adriana Lecouvreur, un'opera in quattro atti su libretto di Arturo Colautti ambientata nel Settecento francese e basata su una pièce di Eugène Scribe. Adriana Lecouvreur è oggi l'opera di Cilea più famosa al mondo.
L'ultima opera di Cilea, rappresentata al Teatro alla Scala di Milano nel 1907 sotto la direzione di Arturo Toscanini, è la tragedia in tre atti “Gloria”, ancora su libretto di Colautti, basata su una pièce di Victorien Sardou.
Nel 1913 compose un poema sinfonico in onore di Giuseppe Verdi su versi di Sem Benelli, eseguito al Teatro Carlo Felice di Genova. Diresse inoltre il Conservatorio Vincenzo Bellini di Palermo ed il Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli, dove concluse la sua carriera di didatta.
Cilea morì il 20 novembre 1950 a Varazze, comune ligure che gli offrì cittadinanza onoraria e nella quale trascorse gli ultimi anni della sua vita. Alla sua memoria sono stati intitolati il conservatorio ed il teatro di Reggio Calabria, mentre il suo paese natale, Palmi, gli ha eretto un Mausoleo illustrato con il mito di Orfeo.
Io son l'umile ancella
(Voce: Maria Callas)
Io son l'umile ancella del Genio creator:
ei m'offre la favella io la diffondo ai cor...
Del verso io son l'accento,
l'eco del dramma uman,
il fragile strumento vassallo della man
Mite, gioconda, atroce, mi chamo Fedeltà:
un soffio è la mia voce,
che al novo di morrà.
Le Arie
Caro mio ben
Se tu m'ami
Nel cor più non mi sento
Il mio ben quando verrà
Vanne o rosa fortunata
Vaga luna che inargenti
Come un bel dì di maggio
Io sono l'umile ancella
Mattinata
Vesti la giubba
Core 'ngrato
Era de' maggio
Torna maggio
Na sera 'e maggio