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ARIE DI CASA MIA


Come un bel dì di maggio

Tratta dall’Andrea Chènier, opera lirica in quattro Atti

Musica di Umberto Giordano, Libretto di Luigi Illica


Prima rappresentazione: Milano, Teatro alla Scala, 28 marzo 1896



Umberto Giordano
nacque a Foggia il 28 agosto 1865 in via della Pescheria, la stessa via dove c'era l'ingresso della Reggia di Federico II e che fu completamente rasa al suolo dai bombardamenti del 1943. Il papà Ludovico, foggiano, era farmacista, mentre la madre, Sabata Scognamillo, era originaria di Napoli. Il giovane Umberto frequentò gli studi classici presso il locale ginnasio "Vincenzo Lanza" e cominciò ad avvicinarsi al pianoforte grazie al maestro foggiano Luigi Gissi. A soli 14 anni partecipò al concorso promossodal Reale Collegio di Musica "S. Pietro a Maiella" di Napoli per "un posto franco interno di composizione". A 17 anni, presso il Conservatorio di Napoli, fu ammesso a frequentare i corsi di contrappunto e composizione, di organo, di pianoforte e di violino. Durante questi studi ebbe come compagno Francesco Cilea. Nel 1888, con l'opera "Marina" partecipò al Concorso Sonzogno attirando l'attenzione proprio dell'editore Sonzogno che gli commissionò un'opera "Mala Vita", la prima opera di Giordano, su testo di Salvatore Di Giacomo, che fu rappresentata al Teatro Argentina Di Roma nel 1892. La successiva rappresentazione al Teatro S.Carlo di Napoli non ebbe grandi apprezzamenti da parte del  severo pubblico partenopeo, ma "Mala Vita" fu rivissuta in numerosi altri teatri europei, tra cui Vienna, ottenendo un grandissimo successo che riscattò abbondantemente lo smacco di Napoli.



Ma il grande successo Giordano lo ottenne nel biennio 1896-1898: il 28 marzo 1896 alla Scala di Milano con "Andrea Chènier" e il 17 novembre 1898 al Lirico sempre di Milano con "Fedora", il maestro vide sancito un successo che continuerà nei decenni successivi e persino la critica romantica scoprì nell'autore momenti di vera ispirazione, il suo canto generoso e sincero attraverso il quale si esprimono personaggi dotati di alto senso morale.
Altri successi arrivarono con "Siberia" rappresentata alla alla Scala il 19 dicembre 1903, con "Marcella" rappresentata al Lirico, con "Mese Mariano" dato al Massimo di Palermo, mentre l'opera "Madame Sans-Gene" fu rappresentata al Metropolitan di New York con la direzione di Arturo Toscanini nel 1924 , mentre cinque anni dopo alla Scala furono rappresentate "La cena della beffe" e "Il Re" sempre sotto la direzione del maestro Toscanini.


Giordano ha composto un discreto numero di brani vocali, mottetti e sinfonie che non sono purtroppo mai entrate nel circolo dei concerti come "Delizia" (1886), "Ouverture" (1888), "Minuetto" (1888), "Scherzo" per archi, "Largo e fuga" per archi, arpa e organo.
Gli ultimi vent'anni del maestro sono quelli in cui si evidenzia un appannamento della vena creativa, della capacità di tradurre in musica le sue passioni, i suoi personaggi teatralmente validi sorretti da un'elevata ispirazione che rende accettabili, ancora oggi, sentimenti come l'amore, l'odio, la vendetta, la pietà.

 



Umberto Giordano si spense a Milano il 12 novembre del 1948 ma le sue opere "Andrea Chénier", "Fedora" e "Siberia" hanno contribuito a rendere immortale la figura del maestro conservando, negli anni, la capacità di presa sugli amanti della musica e inserendolo di fatto tra i più grandi nel mondo della lirica di tutti i tempi.



.......
Funerali di Umberto Giordano a Milano




Foggia, la sua città natale, riconoscendo in Giordano forse il suo più illustrecittadino, ha dedicato allo stesso una piazza centrale  con una statua del maestro e le statue rappresentanti le sue opere maggiori  ed il teatro della città.

 

 

 



..Medaglia realizzata dallo scultore Legnaghi per il .....
..
90° anniversario della prima dell'Andrea Chenier

 

 

 

 

 

 

Francobollo per il centenario della nascita
Il francobollo su Umberto Giordano, del valore di 20 Lire, venne emesso dalle Poste Italiane il 28 agosto 1967. Il titolo di questo francobollo è:  Centenario della nascita di Umberto Giordano. Soggetto: spartito con l’“Improvviso” dall’Andrea Chenier.

 

 

 

Come un bel dì di maggio

(voce Luciano Pavarotti)

Come un bel dì di maggio 
che con bacio di vento 
e carezza di raggio, 
si spegne in firmamento, 
col bacio io d'una rima, 
carezza di poesia, 
salgo l’estrema cima 
dell’esistenza mia. 

La sfera che cammina 
per ogni umana sorte 
ecco già mi avvicina, 
all'ora della morte, 
e forse pria che l’ultima 
mia strofa sia finita 
m’annuncerà il carnefice 
la fine della vita. 

Sia! Strofe, ultima Dea! 
ancor dona al tuo poeta 
la sfolgorante idea, 
la fiamma consueta; 
io, a te, mentre tu vivida 
a me sgorghi dal cuore, 
darò per rima, 
il gelido spiro d'un uom che muore.

Le Arie



Caro mio ben

Se tu m'ami

Nel cor più non mi sento

Il mio ben quando verrà

Vanne o rosa fortunata

Vaga luna che inargenti

Come un bel dì di maggio

Io sono l'umile ancella

Mattinata

Vesti la giubba

Core 'ngrato

Era de' maggio

Torna maggio

Na sera 'e maggio

 

 

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