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ARIE DI CASA MIA


Caro mio ben


di Giuseppe Giordani


(Napoli, 1751 -  Fermo, 1798)



Giuseppe Giordani, soprannominato Giordanello, studiò da giovane al Conservatorio di Santa Maria di Loreto ed ebbe come compagni di studio Domenico Cimarosa e Nicola Antonio Zingarelli. Nel 1774 fu nominato maestro soprannumerario della cappella del Duomo di Napoli (la celebre Cappella del Tesoro di San Gennaro) in sostituzione di Manna. In questo periodo, oltre alla composizione di musica sacra, si occupò anche dell’attività didattica.
Il 25 maggio 1779 sposò la cantante Emanuela Cosmi e nell'autunno dello stesso anno debuttò come operista con il dramma L’Epponina, con il quale inaugurò il Teatro della Palla a Corda di Firenze. Da quest'anno al 1796 scrisse ben 40 lavori, tra i quali opere serie, opere buffe e oratori. Nel 1780 entrò all' Accademia Filarmonica di Modena e successivamente anche in quella di Parma. Nel 1787 al teatro San Carlo di Napoli diede La distruzione di Gerusalemme su libretto di Carlo Sernicola, che fu in assoluto il primo dramma sacro ad essere rappresentato in un teatro. L'anno successivo inaugurò il Teatro Comunale di Faenza con il suo Cajo Ostilio.
Il 14 febbraio 1789, dopo il successo ottenuto dalla messa in scena de La disfatta di Dario al Teatro alla Scala di Milano, ricevette il posto di Maestro di cappella della Cattedrale di Fermo; il 4 agosto affiancò pure quello di organista e il 4 novembre 1791 occupò le stesse due posizioni anche per la Chiesa di Santo Spirito. Con la rappresentazione de La morte di Abele e de La distruzione di Gerusalemme inaugurò il Teatro dell'Aquila di Fermo. Trascorse i suoi ultimi anni nelle Marche dedicandosi principalmente alla composizione di musica sacra e oratori.


Caro mio ben

(Voce: Luciano Pavarotti)

Caro mio ben,
credimi almen,
senza di te
languisce il cor,
caro mio ben,
senza di te
languisce il cor
Il tuo fedel
sospira ognor
Cessa, crudel,
tanto rigor!
Cessa, crudel,
tanto rigor,
tanto rigor!
Caro mio ben,
credimi almen,
senza di te
languisce il cor,
caro mio ben,
credimi almen,
senza di te
languisce il cor

Le Arie



Caro mio ben

Se tu m'ami

Nel cor più non mi sento

Il mio ben quando verrà

Vanne o rosa fortunata

Vaga luna che inargenti

Come un bel dì di maggio

Io sono l'umile ancella

Mattinata

Vesti la giubba

Core 'ngrato

Era de' maggio

Torna maggio

Na sera 'e maggio

 

 

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