Soffrire in versi: parole eterne, cori di tempi passati da Autori Mediterranei
GIUSEPPE LAURIELLO
A una figlia d'Africa
A una figlia d'Africa
Soffiava il vento sul fragor del mare
quella gelida sera,
testimone del tuo calvario senza fine.
Aprivi l’esile sudario
intirizzita
e mostravi il tuo corpo da vetrina
ad uomini affrettati e senza volto,
cupi di desiderio
di un contatto lubrico
e senza amore
con le tue carni in fiore.
Muggiva il mare!
Sul viale buio
i lampi fuggitivi di quei fari
schiaravano la notte
e il paracarro dove tu tremavi,
ma non il buio che tenevi in cuore.
Piangevi le tue lacrime mute,
sapor della savana,
quella terra lontana,
che non sgorgava più latte dal seno
per i suoi figli neri,
spremuto da un superbo forestiero,
che largiva veleno su ogni cosa.
E tu raminga
cedesti alla lusinga
dell’uomo biondo e dalla pelle rosa.
Lui ti prese per mano,
ti svaporò qual goccia di rugiada
e ti lasciò, beffardo e disumano,
sul ciglio della strada.
Biografia
Giuseppe Lauriello è nato a Ogliastro Cilento in provincia di Salerno. Primario pneumologo presso l’Ospedale “G. Da Procida”del capoluogo. Ha coltivato da sempre l’interesse per tematiche storico- mediche, pubblicando numerose disamine su riviste mediche letterarie. La presenza a Salerno dove vive da tempo, lo ha spinto tra l’altro ad approfondire alcuni aspetti relativi alla storia della celebre Scuola ippocratica con riflessioni e ricerche pubblicate su periodici culturali ed esposte in Convegni Scientifici. Relative a questo settore due sue monografie: “La patologia respiratoria nel dottrinario della Scuola Medica di Salerno” e “Istruzioni per il medico”, un manoscritto salernitano del XII secolo, pubblicato a cura del Centro Studi e Documentazione della Scuola Medica Salernitana. Giuseppe Lauriello scrive da sempre anche eccellenti poesie che appaiono su autorevoli periodici e antologie letterarie.
Simonide
Il lamento di Danae
(Traduzione di Salvatore Quasimodo)
Mimnermo
Noi siamo come foglie
(Traduzione di Gennaro Perrotta)
Paolo Silenziario
Stavo per dirti Addio
(Traduzione di Salvatore Quasimodo)
Giacomo Leopardi
La sera del dì di festa
Vincenzo Cardarelli
Non so dove i gabbiani trovino pace
Angelo Maria Ripellino
Dove ci incontreremo dopo la morte?
Giuseppe Ungaretti
Veglia notturna di un soldato
Alda Merini
Ieri ho sofferto il dolore
Giuseppe Lauriello
A una figlia d'Africa