"COSI' FAN TUTTE"
LA TRAMA IN FORMA DI LIBRETTO MUSICALE
ATTO SECONDO
QUADRO PRIMO. CAMERA IN CASA DELLE SORELLE
Despina rammenta alle sue padrone quant’è gradevole sfruttare le arti femminili e godersi la vita (aria “Una donna a quindici anni”). Le due sorelle si consultano: Dorabella prenderà “il brunettino” mentre Fiordiligi sceglierà “il biondino” (nella realtà l’uno corrispondente al fidanzato dell’altra) (duetto “Prenderò quel brunettino”). Sopraggiunge don Alfonso che le invita a trascorrere la serata in giardino.
QUADRO SECONDO. GIARDINO
Nel giardino sul mare i due albanesi hanno organizzato una serenata alle dame. I suonatori e i cantanti arrivano in barca. Don Alfonso e Despina incoraggiano gli amanti e le donne a parlarsi e li lasciano soli. Fiordiligi e Ferrando si allontanano, suscitando la gelosia di Guglielmo, che offre un regalo a Dorabella e riesce a conquistarla (duetto “Il core vi dono”). Uscita la coppia felice, entra Fiordiligi agitata, seguita da Ferrando, a cui ancora resiste. Il giovane canta il proprio amore disperato e si allontana (“Ah lo veggio, quell'anima bella“). Rimasta sola, Fiordiligi ha un attimo di debolezza e vorrebbe richiamarlo, poi in un grande rondò decide di cancellare l’albanese dal suo cuore (“Per pietà ben mio perdona”). Partita Fiordiligi, rientrano Ferrando e Guglielmo per raccontarsi gli sviluppi dell’avventura: quando Ferrando apprende che la sua Dorabella non ha resistito alle profferte di Guglielmo, monta in furore, inutilmente confortato dall’amico che si appiglia allo scetticismo di don Alfonso (aria “Donne mie, la fate a tanti”). Rimasto solo, Ferrando sfoga liberamente la sua disperazione e rivela l’incapacità di rinunziare a Dorabella (cavatina “Tradito, schernito”).
QUADRO TERZO. SPOGLIATOIO DELLE SORELLE
Dorabella sta narrando a Despina le irresistibili lusinghe del suo albanese quando entra Fiordiligi, turbata ma decisa a resistere. Dorabella è però passata all’altra sponda e la esorta a cedere rammentandole i giochi d’amore (aria “E’ amore un ladroncello”). Rimasta sola Fiordiligi non vede altra soluzione che quella di raggiungere al campo i due fidanzati. Ordina a Despina di portarle le uniformi di Ferrando e Guglielmo (duetto “Fra gli amplessi in pochi istanti giungerò del fido sposo”). Ma ecco don Alfonso spingere Ferrando ad un nuovo assalto, e anche Fiordiligi cede. Guglielmo che ha visto e udito tutto, si dispera. Oramai entrambi gli ufficiali sono traditi, ma don Alfonso li esorta a celebrare ugualmente le nozze, perché in fondo essi amano le loro “cornacchie spelacchiate”; d’altra parte, continua filosoficamente il misogino, non “vizio”, ma “necessità di core” rende infedeli le donne, e “l’amante che si trova fin deluso non condanni l’altrui, ma il proprio errore, giacchè giovani, vecchie e belle e brutte, ripetete con me: così fan tutte!”. Entra Despina e annunzia che le padrone sono decise a sposare i loro albanesi: l’hanno incaricata di chiamare il notaio per stipulare i contratti.
QUADRO QUARTO. SALONE DA BALLO
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