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Viaggio antropologico, dal Sud al Nord, tra i culti dei Santi protettori contro il mal di testa

Soffrire come uomini, sopportare come santi

di Franco Salerno

 

Uno dei tanti elementi che uniscono Nord e Sud è (udite, udite!) il rivolgersi a dei Santi per chiedere loro di esser protetti contro il mal di testa: visto che, insomma, è difficile placare un disturbo così fastidioso e invalidante, non resta che la frontiera estrema: il ricorso all’orizzonte religioso.

In questo ideale viaggio antropologico cominciamo dal Sud, terra di elezione per il devoto alla Santità taumaturgica. Ed ecco che ci imbattiamo in San Pantaleone, patrono di Ravello, in provincia di Salerno. Di origine nobile e medico di professione, egli fu decapitato il 27 luglio del 305. E, come narra la "Passio" del Santo, la sua morte fu accompagnata da strabilianti prodigi, perche l'arido tronco a cui fu legato rinverdì all'improvviso emettendo frutti e dal collo del Martire decapitato uscirono in abbondanza sangue e latte.

La fama di San Pantaleone è stata rafforzata dall’inspiegabile miracolo della liquefazione del suo sangue, che fu registrato per la prima volta ufficialmente nel 1577 dal Vescovo Fusco. Del tutto atipica è la modalità della liquefazione. Infatti l'ampolla del sangue, chiusa fra due grate di ferro, non può essere toccata o agitata, perchè essa è stata lesionata nel 1759, anche se la crepatura del vetro non determinò la fuoriuscita e la dispersione del sangue. Ma, nonostante le lesioni dell'ampolla, il sangue non si è deteriorato col tempo, pur stando a contatto con l'aria: ennesimo strano particolare nell'ambito di un già inspiegabile prodigio.

Passiamo poi all’Italia Centrale e, precisamente, a San Benedetto del Tronto, il cui Santo Patrono è appunto il martire Benedetto, che era un soldato romano il quale prestava servizio a Cupra. Convertitosi al Cristianesimo, fu decapitato, a 28 anni, nel 303 (o 304) d.c.: i suoi resti mortali furono gettati nel torrente Menocchia.  La leggenda narra che il suo corpo martoriato, sospinto prima verso il mare Adriatico, fu ricondotto da alcuni delfini a sud di Cupra, dove oggi sorge la città di San Benedetto del Tronto: per miracolo il corpo ritornò intatto e ricomposto. Dopo pochi anni, in seguito all’editto di Costantino del 313 d.c., fu costruita una cappella intorno al suo sepolcro, che è meta dei fedeli, i quali lo invocano soprattutto contro il mal di testa.

E, infine, andiamo al Nord, quel Nord -modernizzato e ipertecnologico- che sembrerebbe immune dalla permanenza di tradizioni. Ebbene, nella capitale del Settentrione, a Milano, ritroviamo il culto di Pietro da Verona, nato nel 1203 da una famiglia di catari, che miravano -in una spiritualita estrema- a una purificazione totale del Mondo. Nonostante l'educazione anti-cattolica ricevuta, Pietro divenne domenicano. Cominciò, quindi, a girare per l'Italia, predicando contro il catarismo: arrivò a Milano nel 1251 e iniziò subito le sue infuocate omelie dal pulpito che si trovava fuori dalla basilica di Sant'Eustorgio.  Per questo i più oltranzisti capi catari decisero che Pietro doveva essere ucciso, cosa che si verificò nel 1252: il suo corpo fu orrendamente colpito, tanto che la testa fu fracassata. Da allora inizia una serie di eventi prodigiosi relativi al suo corpo, di cui vogliamo ricordare soltanto questo evento. Nel 1340, Giovanni Visconti, arcivescovo di Milano, fece costruire un'arca marmorea per ospitare i resti del Santo. Ma, poichè essa era più corta del corpo del Santo, il Visconti fece allora tagliare la testa e metterla in un'urna, che poi portò a casa. Da quel momento, però, fu colto da forti mal di testa, che finirono solo quando egli fece ricomporre il corpo del Santo. Da allora cominciò il culto di San Pietro Martire come protettore dall’emicrania e fu scelto il 29 aprile per andare a dare una testata contro l'arca di San Pietro per guarire dal mal di testa e garantirsi la prevenzione da questo fastidio per tutto l'anno.

Tre storie emblematiche, queste, che si possono leggere con gli occhi del devoto e con quelli dell’antropologo o con entrambe le ottiche. Innanzitutto, la motivazione della scelta di questi personaggi eccezionali come Patroni contro il mal di testa: è stata la modalità del loro martirio (la decapitazione o il fracassamento del capo e la relativa ricomposizione del corpo) che ha influito sulla scelta dei fedeli e della Chiesa. In secondo luogo, è interessante la prospettiva del “come-così”: come il Santo ha sperimentato il male, così il suo devoto può conoscerlo, fronteggiarlo e vincerlo. Infine, la speranza, che è un elemento necessario anche nella pratica medica. Essa si pone come virtù salvifica: solo orientando la propria vita verso un modello eccezionale (quale quello di un Santo), il paziente (o colui che crede in una religiosita anche a livello popolare) scopre una dimensione universale, su cui proiettare il proprio vissuto. In sintesi, sapendo che non si è soli quando si soffre, si soffre di meno.

       

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San Pantaleo San  Benedetto Martire San Pietro da Verona

 

 

 

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