Un decalogo per migliorare la comunicazione tra medico e paziente cefalalgico
Questa parola non s’ha da dire!
di Lara Merighi e Mimmo Cassano
Questo articolo è il risultato di una comunicazione tenutasi al Sanit, l’VIII Meeting Internazionale della Salute, in Roma l’ 11 giugno 2011
I parte
Le 10 cose da non dire a un paziente
di Lara Merighi (*)
1. Dovrebbe anzi cambiare lavoro perché quello che fa è troppo stressante.
2. Deve modificare il suo stile di vita: cerchi di dedicare a se stessa degli spazi che le piacciono.
3. Guardandola, non sembra che lei stia così male.
4. Lei è sana come un pesce.
**.Io invece mi sento morire dentro, distrutta dal dolore.
5. Non è niente è solo mal di testa, pensi che c'è chi sta peggio di lei.
.....Quando sta male, basta stare a casa, lontana dal lavoro. Non è poi così difficile.
6. Lei pensa troppo, si tenga impegnata e cerchi di non pensare al mal di testa, vedrà che poi non le viene.
7. Non so più cosa fare con lei, proviamo quest’altra cura e vediamo come va.
8. Lei non ha mal di testa, il suo vero problema è la depressione.
9. Non si preoccupi che ne veniamo fuori.
.....Io invece penso che non ne veniamo fuori un bel niente e che si creano solamente delle aspettative inutili, .....che peggiorano la situazione.
10. Penso che non ci sia più bisogno che lei venga per i controlli.
Questo mi manda sicuramente in confusione, perché la possibilità di controllarmi periodicamente mi mette in condizione di porre attenzione alle cure. Inoltre il sapere semplicemente che c'è un punto di riferimento, mi dà serenità. La certezza di avere qualcuno a cui potersi rivolgere nei momenti di difficoltà – bastasse ......anche una telefonata – è altamente confortante.
Sta a te educare te stesso e poi aiutare il tuo medico a pianificare il tuo trattamento (o il trattamento per te). Se ti siedi solo davanti al tuo medico e gli dici: "fammi stare meglio" ti stai solo preparando per una grande quantità di dolore.
(*) in collaborazione con i pazienti del Forum del sito www.cefalea.it nonché il Gruppo di Auto-Aiuto di Medicina Legale di Ferrara.
II parte
Le 10 cose da non dire a un medico
di Mimmo Cassano
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“Provo un certo imbarazzo a parlare”
Cercate a tutti i costi di superare quello che viene definito l’ “effetto camice bianco” , vale a dire quel disagio emotivo che si prova di fronte al medico, con conseguente difficoltà, incapacità a comunicare il proprio dolore.
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“Ecco i miei gioielli”
Evitate di inondare il medico con una miriade di referti, lastre ed esami di laboratorio. Meglio tirare fuori un foglio di carta su cui avrete riportato tutto ciò che v’interessa discutere con lui.
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“Ho in testa qualcosa di brutto: mi prescriva una TAC”
Non limitatevi a chiedere esami per scongiurare un supposto pericolo o esorcizzare una paura. Prima di arrivare a una cura impegnatevi - insieme col medico - a costruire un rapporto più personalizzato che vi consenta di realizzare un corretto piano di gestione e di cura del mal di testa.
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“Non mi è chiaro, ma mi adeguo”Se non capite qualcosa fatevela spiegare meglio! Alcuni dettagli possono sfuggire! Prendete nota per iscritto di alcune norme importanti per la gestione del vostro mal di testa.
Una volta fuori dallo studio, se avete qualche dubbio non esitate a chiarire rivolgendovi nuovamente al vostro medico: siete sotto il suo controllo e lui è lì per aiutarvi, anche ad insegnarvi una corretta “autogestione”.
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“Mi dia la pillola magica”Prima di arrivare ad una cura, impegnatevi a cercare di scoprire insieme col vostro medico il perché del mal di testa. Mai limitarsi all’arida prescrizione di un farmaco: partecipate attivamente al trattamento!
Impegnatevi, più che a sentirvi rassicurati attraverso una miriade di esami strumentali e l’arida prescrizione di un farmaco, a costruire una relazione umana col vostro medico, un rapporto più personalizzato che vi faccia sentire aiutati da qualcuno di cui vi fidate e che si occupa del vostro problema personale anche attraverso una partecipazione affettiva alla vostra sofferenza e alla vostra vita.
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“Su certe abitudini, meglio tacere…”Cercate di essere sempre sinceri riguardo a dieta, consumo di alcool, fumo o assunzione di altri farmaci, eventuali disturbi psicologici o qualsiasi altro problema di salute per i quali avete ricevuto dei trattamenti: alcuni farmaci antiemicranici possono influire su altre patologie e sulle loro cure!
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“Credo nella cura del passaparola”Uno stesso farmaco può avere pari efficacia in due pazienti che hanno una cefalea apparentemente diversa, così come soggetti con identico mal di testa possono trarre giovamento da farmaci diversi.
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“Mi curo da me, mi informo da me, al più mi rivolgo al farmacista”Sappiamo come una scorretta autogestione comporti l’abuso dei prodotti da banco - un fenomeno che costituisce un’autentica piaga sociale da combattere per le importanti implicazioni sul paziente (cronicizzazione della cefalea) e sui costi sociali.
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“Basta che non sia pillola…”Il ricorso alla fitoterapia può nascondere molte insidie: “naturale” non significa necessariamente “innocuo” o “salutare”…
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“Oramai le ho provate tutte…”La malattia si combatte con la pratica medica, la paura della malattia con la corretta informazione.
Concludendo
La magia del rapporto fra medico e paziente si basa su due cardini fondamentali: l’autorevolezza del medico, la fiducia del paziente. Oliver Sacks scrive: “La cura è meno importante del medico: le terapie sono sempre cambiate e probabilmente cambieranno ancora, ma il ruolo del medico resterà sempre lo stesso”.