Le nuove psicoterapie: verso un approccio combinato
Tutte insieme, appassionatamente
di Maria Rosaria Porcaro (*)
La terza generazione della terapia cognitivo-comportamentale integra nel suo modello teorico alcune teorie cognitive mutuate dalle tecniche di meditazione buddhista, dalle quali si ricava l'importanza della consapevolezza (condizione dell’eesere presente nel qui ed ora) e della accettazione (abilità che insegna ad essere se stessi).
1) L'ACT: Acceptance and Commitment Therapy
Fortemente orientata all'azione, l'ACT è un tipo di psicoterapia basata principalmente sull'esperienza consapevole. L’accettazione dell'esperienza del dolore e della sofferenza è uno dei punti salienti di questa tecnica che, pertanto, insegna a gestire il dolore e a trattarlo in modo efficace attraverso l'utilizzo di abilità di mindfulness (attenzione consapevole).
I processi fondamentali dell’ACT sono:
- essere presente nel qui ed ora, contattando il momento attuale piuttosto che lasciandosi guidare dal flusso di pensieri automatici negativi che inonda la mente continuamente;
- osservare il proprio pensiero attraverso la defusione cognitiva, tecnica che permette di staccarsi dalle proprie immagini mentali allo scopo di guardare in faccia ai propri pensieri in modo più leggero;
- accettarsi, lasciando spazio alle proprie emozioni, sentimenti, permettendo la loro naturale espressione;
- imparare ad avere familiarità con se stessi, ma in particolar modo entrando in contatto con il sé "che osserva" (pura consapevolezza);
- conoscere e capire ciò che è davvero importante, i valori della persona, quelli che descrivono cosa vogliamo essere (in divenire);
- agire in modo efficace facendo quello che serve, guidati dai propri valori.
Questi processi non sono separati, ma sono facce di uno stesso diamante, ovvero la flessibilità psicologica, quella capacità che consente di essere aperti alla propria esperienza, accettandola per quella che è, agendo sulla base dei propri valori personali, al fine di rispondere in modo più efficace alle sfide che la vita quotidiana presenta.
L'acronimo ACT che racchiude tutta la filosofia di questo approccio è:
A: accetta i tuoi pensieri e le emozioni;
C: connettersi con i tuoi valori;
T: traduci i tuoi valori in azioni efficaci.
2) LA SCHEMA THERAPY
Un altro moderno modello di psicoterapia integrata su base cognitiva è la Schema Therapy, messa a punto da Jeffrey Young, definita anche "modello della modalità espressiva dello schema".
L'impianto concettuale cui si essa basa è l'integrazione della psicoterapia cognitivo- comportamentale con tecniche esperienziali miranti al cambiamento comportamentale. Secondo l'Autore, un individuo sviluppa schemi funzionali quando i suoi bisogni infantili (sicurezza, comunicazione, autonomia, valutazione di se stesso, espressione di sè, limiti realistici) vengono soddisfatti; al contrario, quando questi bisogni risultano insoddisfatti, a causa di limiti dell'ambiente circostante o di eventi traumatici, l'interazione tra temperamento e tali eventi di vita o fattori ambientali elicita schemi disfunzionali o strategie di coping disadattive.
Pietra miliare del trattamento con questo approccio è la relazione terapeutica che, nel corso della psicoterapia, consente di rielaborare questi schemi per renderli più adattivi.
Alla luce delle recenti evidenze di una comorbidità emicrania-disturbo borderline di personalità, tale tecnica risulta essere particolarmente efficace in tali pazienti, in quanto promuove l’insight, favorendo la consapevolezza dei continui cambiamenti di umore e della discontinuità dei comportamenti. Si avvale di tecniche immaginative e metafore, mutuate da psicoterapie analitiche, per favorire l’attivazione di percorsi cognitivi che conducono a ricordi infantili responsabili della problematica attuale. Lo scopo è quello di "riscrivere" quella immagine per modificare lo schermo disfunzionale sottostante.
3) l’EMDR: Eye Movement Desensitization and Reprocessing
L'approccio più innovativo e scientificamente considerato il più valido per la risoluzione dei traumi è l’EMDR, un intervento psicoterapeutico volto alla desensibilizzazione e rielaborazione del vissuto traumatico attraverso la stimolazione bilaterale.
Nata dagli studi di Francine Shapiro, negli ultimi anni è diventata la terapia elettiva nella risoluzione di disturbi post traumatici o dell’adattamento derivanti da sindromi dolorose croniche invalidanti, catastrofi naturali, incidenti, attentati e vanta numerosi studi che ne attestano la validità scientifica.
Secondo questo tipo di approccio, la mente sottoposta ad un trauma attiva una serie di reazioni neurovegetative che vengono immagazzinate in alcuni nuclei del sistema limbico, quasi come se la traccia mnestica venisse "congelata". In situazioni successive, la mente può riattivare queste tracce che fino a quel momento sembravano silenti, generando la sintomatologia del DPTS, caratterizzata da flashback, disorientamento, derealizzazione, dissociazione emotiva. Attraverso la stimolazione bilaterale che avviene con movimenti oculari, stimolazioni acustiche bilaterali, o tamburellamenti, la persona viene guidata a trasformare la cognizione negativa di se stesso in una cognizione positiva, eliminando il disturbo o il disagio emotivo sottostante il ricordo. L’immagine emotivamente carica viene neutralizzata in un modo assolutamente naturale: la mente ha in sé un processo automatico di cura, di autoguarigione che la terapia EMDR aiuta a seguire semplicemente utilizzando la stimolazione bilaterale. Le "armi" di tale approccio, anche in questo caso sono mutuate dalle terapie analitiche, a base immaginativa, e sono l'esercizio del posto sicuro, e il raggio di luce, e dalle terapie cognitivo comportamentali che sono la ristrutturazione cognitiva, le tecniche distrattive, la dissonanza cognitiva.
(*) Psicologo Clinico, Centro ANEMOS, Nocera Inf. (SA)