PERCEZIONE DI SICUREZZA E ANSIA IN BAMBINI E ADOLESCENTI
CON CEFALEA
PERCEPTION OF SAFETY AND ANXIETY IN CHILDREN AND ADOLESCENTS
WITH HEADACHE
Elisa Salvi, Paola Verdecchia, Dipartimento di Pediatria e Neuropsichiatria Infantile, Università Sapienza di Roma.
elisa.psi@libero.it
PAROLE CHIAVE: Headache, attachment, anxiety
Introduzione
Nella letteratura scientifica sono stati numerosi gli studi che hanno affrontato il tema della comorbidità psichiatrica nella cefalea. Tuttavia questi lavori si sono focalizzati sulla correlazione tra cefalea e disturbi psichiatrici, quali ansia, depressione e somatizzazione, senza tener conto di una variabile sicuramente importante quando si parla di età evolutiva, ovvero la percezione della sicurezza nei confronti del caregiver. Per questo motivo, la nostra ricerca ha voluto dare un quadro più ampio sulla comorbidità nella cefalea inserendo, nel contesto di lavoro, la valutazione del suddetto aspetto, con l’obiettivo di individuare il legame esistente tra cefalee primarie e qualità dell’attaccamento. Le ipotesi da cui ha preso forma il progetto hanno riguardato la possibilità che i giovani pazienti cefalalgici mostrassero una correlazione significativa con bassi livelli nella percezione di sicurezza e alti livelli di ansia.
Materiale e metodi
Il gruppo sperimentale, formato da 100 pazienti cefalalgici, 47 maschi e 53 femmine, di età compresa tra gli 8 e i 14 anni, è stato reclutato presso il reparto di Pediatria e Neuropsichiatria Infantile del Policlinico “Umberto I”di Roma, a partire da Gennaio 2011 fino ad Ottobre 2011. Tutti i piccoli pazienti avevano una diagnosi di cefalea primaria. Il gruppo di controllo era invece costituito da 100 bambini e adolescenti, provenienti da varie scuole della provincia di Roma. Nel gruppo sperimentale il 66% dei soggetti presentava diagnosi di emicrania senz’aura, il 2% emicrania con aura; il 27% cefalea tensiva, mentre cefalea mista e cefalea quotidiana erano entrambe presenti ognuna rispettivamente nel 2% dei casi esaminati.
Ad entrambi i gruppi sono state somministrate la Security Scale e la SAFA-A. La Security Scale è una scala di autovalutazione per bambini e adolescenti composta da 15 item o frasi che indagano aspetti della sicurezza nella relazione con ognuno dei genitori; contiene infatti una scala riferita alla relazione con la madre (PSM), una con il padre (PSP) ed un ultima scala riferita alla percezione di sicurezza complessiva con entrambi i genitori (PSC). La SAFA-A, invece, è una Scala Autosomministrata per Fanciulli e Adolescenti per la valutazione dell’ansia e permette un’ iniziale ma sufficientemente estesa valutazione del disturbo ansioso. Nello specifico essa è composta da un numero variabile di item che rilevano l’ansia generalizzata, l’ansia sociale, l’ansia da separazione e l’ansia scolastica.
Le analisi relative ai punteggi ottenuti alla Security Scale e alla SAFA-A sono state effettuate tramite il test di Mann-Whitney che ha permesso di confrontare le medie dei punteggi ai test, per ogni variabile, ottenuti dal gruppo sperimentale e dal gruppo di controllo.
Risultati
I risultati riguardo ai punteggi ottenuti nella Security Scale mostrano differenza altamente significative per ognuna delle tre variabili (PSM, PSP e PSC) tra il gruppo sperimentale e il gruppo di controllo (Fig.1).
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................Figura 1. Variabili PSM, PSP e PSC nel gruppo di controllo ("c") e nel gruppo sperimentale ("s")
Anche i risultati relativi ai punteggi ottenuti nella SAFA-A sono statisticamente significativi.
I valori maggiormente significativi si hanno nella variabile ansia, nella variabile ansia generalizzata e nella variabile ansia scolastica (Fig.2,3,4).
Non sono state trovate differenze statisticamente significative tra i sessi.
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....................................Figura 2. Distribuzione punteggi medi sottoscala “ansia” nei due gruppi
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.......................Figura 3. Distribuzione punteggi medi sottoscala “ansia generalizzata” nei due gruppi
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.............................Figura 4. Distribuzione punteggi medi sottoscala “ansia scolastica” nei due gruppi
Discussione
Molti studi si sono occupati del rapporto tra cefalea e disturbi psichiatrici, Silberstein e collaboratori nel 1995 [1] hanno osservato un incremento della prevalenza dell’emicrania nei pazienti affetti da attacchi di panico; Stewart e collaboratori (1989) [2] descrivono nei pazienti cefalalgici la presenza di disturbo bipolare, fobia sociale e ansia generalizzata; Puca et al. nel 1999 [3] hanno riscontrato, in pazienti con cefalea, una comorbidità psichiatrica dell’85%. Il cluster sintomatologico dell’ansia è risultato presente nel 52.5% dei pazienti e il disturbo più frequente nell’ambito del cluster ansioso è risultato il disturbo d’ansia generalizzato (GAD, 83%). Il nostro studio conferma i precedenti risultati, inoltre, la nostra ricerca è la prima ad indagare simultaneamente la presenza di ansia e la percezione della sicurezza in pazienti cefalalgici. I dati raccolti sembrano quindi dimostrare che bambini e preadolescenti con cefalea abbiano una bassa percezione di sicurezza nella relazione con i genitori, confermando le ipotesi di partenza.
Conclusioni
Questi risultati suggeriscono la possibilità di un approccio più integrato alla cefalea in età evolutiva, ipotizzando un percorso psicoterapeutico con setting multipli, parallelamente a quello farmacologico, in cui il miglioramento della relazione del piccolo paziente con i caregivers sia uno degli obiettivi concordati. Alcune limitazioni dello studio devono essere tenute presenti. Innanzitutto, gli strumenti utilizzati mostrano i limiti tipici degli strumenti autosomministrati, con le specificità derivanti dall’utilizzo di tali strumenti con i bambini. Inoltre, la Security Scale non può essere considerata uno strumento “diagnostico” di problemi o difficoltà a livello relazionale del bambino, ma come uno strumento di screening per individuare i bambini che hanno una percezione di sicurezza “inferiore alla media” o “molto bassa” e svolgere ulteriori approfondimenti e accertamenti mirati. Per questa ed altre ragioni, l’interpretazione dei risultati richiede molta cautela e prudenza e deve essere approfondita e confermata da altri strumenti e valutazioni. Un possibile spunto di ricerca riguarda la possibilità di effettuare uno studio che sia in grado di dimostrare se la cefalea influenzi l’insorgenza dei disturbi depressivi e la bassa percezione della sicurezza o viceversa, per poter poi identificare il trattamento più adeguato evitando la cronicizzazione della patologia e migliorando in questo modo anche la qualità della vita dei piccoli pazienti.
Bibliografia
[1] Silberstein SD, Lipton RB, Breslau N. Migraine: association with personality characteristics and psychopathology. ......Cephalalgia. 1995 Oct;15(5):358-69
[2] Stewart WF, Linet MS, Celetano DD, Migraine Headaches and panic attacks.
---- Psychosom Med. 1989; 51:559-569
[3] Puca F, Genco S, Prudenzano MP, Savarese M, Bussone G, D'Amico D, Cerbo R, Gala C, Coppola MT, GallaiV, Firenze C, Sarchielli P, Guazzelli M, Guidetti V, Manzoni G, Granella F, Muratorio A, Bonuccelli U, Nuti A, Nappi G, Sandrini G, Verri AP, Sicuteri F, Marabini S. Psychiatric comorbidity and psychosocial stress in patientswith tension-type headache from headache centers in Italy. The Italian Collaborative Group for the Study of
Psychopathological Factors in Primary Headaches. Cephalalgia. 1999 Apr;19(3):159-64