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Le insidie nascoste delle festività natalizie

 

Il bambino con cefalea e il Natale

 

di Marco Carotenuto (*)

 

Il Natale rappresenta da sempre un momento particolarmente felice per i bambini.

L’atmosfera magica e le numerose festività che lo accompagnano, occasione di svago e riposo dagli impegni scolastici, rendono questo periodo tra i più attesi dell’anno.

Tuttavia le feste natalizie possono rivelarsi per il bambino affetto da cefalea, specialmente di tipo emicranico, particolarmente insidiose in quanto rappresentano la summa dei fattori trigger per l’attacco di emicrania.

Numerosi studi hanno sottolineato la strettissima relazione tra cefalea e disturbi del sonno. E’ noto che il sonno può rappresentare un fattore scatenante l’attacco di emicrania o di cefalea a grappolo, ma soprattutto che il sonno del soggetto con emicrania è tendenzialmente disturbato da eventi parasonnici (quali sonnambulismo e sonniloquio), disturbi della transizione veglia/sonno (bruxismo e allucinazioni ipnagogiche), disturbi respiratori del sonno (russamento e apnee notturne). D’altro canto la cefalea tensiva rappresenta un fattore di rischio per l’eccessiva sonnolenza diurna, per le apnee notturne e per il bruxismo cui può essere strettamente legata.

Studi effettuati su popolazioni di piccoli pazienti emicranici hanno evidenziato che modificare le abitudini di sonno attraverso l’assunzione di un ritmo regolare e il rispetto dei propri ritmi circadiani può ridurre drasticamente la frequenza degli attacchi, mentre un sonno di durata ridotta o eccessivamente prolungata, rispetto alla norma per il soggetto, rappresenta un fattore scatenante l’attacco di cefalea.

Da non sottovalutare il ruolo dei fattori alimentari poichè, durante le feste natalizie, è tradizione mangiare smodatamente sia come quantità sia come associazioni di cibi. Nelle ultime settimane è stata offerta al pubblico la notizia che il cioccolato ha effetti benefici sull’emicrania; è invece opportuno ribadire che, pur riconoscendo un ruolo antinfiammatorio della sostanza cacao,  i soggetti cefalalgici non devono abusarne come non devono abusare di dolci. Nelle ore precedenti l’attacco emicranico, il soggetto può sperimentare il cosiddetto craving per i carboidrati, ovvero un desiderio quasi irrefrenabile di assumere in modo selettivo i carboidrati complessi, quasi fosse un modo per l’organismo di proteggersi dall’incipiente attacco. Tuttavia l’assunzione eccessiva di carboidrati può provocare un’alterazione notevole dell’assetto glucidico dell’organismo con modifica dell’omeostasi. Da considerare, infine, i fattori “geoclimatici”, soprattutto in riferimento ai caloriferi ad elevata temperatura.

Quella che poteva apparire come un’innocente serata dedicata alla tombola o ad altri giochi con amici e parenti nasconde quindi una serie di pericolose insidie in quanto può costituire un concentrato di tutti i fattori potenzialmente scatenanti un attacco emicranico: l’eccessiva temperatura degli ambienti, il sovraffollamento degli stessi, l’assunzione di cibi ipercalorici in ore in cui l’organismo non può far altro se non indirizzarli verso la lipogenesi, la variazione del ritmo circadiano e la riduzione delle ore di sonno. Non ultimo l’abuso di videogame per quelli che non amano la tombola o i giochi di carte.

Almeno per una volta vogliamo essere indulgenti con i nostri pazienti, soprattutto quando molto piccoli come i miei: quindi, cari bambini, divertitevi pure, però ricordate che dal 2 gennaio si va a letto presto e si torna a mangiare come sempre.

BUON NATALE A TUTTI!

 

 

 

                    (*) Centro Cefalee per l’Eta Evolutiva

                    Cattedra di Neuropsichiatria Infantile

                    Seconda Universita degli Studi di Napoli

 

 

 

 

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