LA PAROLA COME TERAPIA
THE WORD LIKE A MEDICINE

 

G. GRISO1 , B. CICCONE2 , T. DE SIMONE3, G. D’OTOLO4
1Psicologa/Psicoterapeuta Ambulatorio ATHENA, Saviano (NA), simona.griso@libero.it
2 Neurofisiopatologo Ambulatorio ATHENA,  Saviano (NA)
3 Responsabile sportello AL.CE. Campania, presso MF GROUP Medicina Futura,Via Alcide De Gasperi, 25 – 80011  Acerra (NA),  tel. 331.48.58.514, e.mail: alcecampania@cefalea.it
4Psicologa Ambulatorio ATHENA, Saviano (NA)

Parole Chiavi: Approccio Integrato,  Associazione ALCE, Gruppo Auto Aiuto

Introduzione - Un dolore, ogni dolore, ha bisogno delle voci e di una collettività che può accogliere quella sofferenza, quel disagio. Un dolore può sempre essere raccontato, anche mentre lo si prova ed è talvolta questa condivisione a generare sollievo. La medicina moderna sembra perdere sempre più il potenziale terapeutico, racchiuso nella relazione tra curante e paziente. L’approccio basato sulla comprensione dei vissuti di sofferenza, l’ascolto ed il colloquio, aspetti centrali nell’incontro tra il terapeuta e l’ammalato, hanno ceduto il posto alle specializzazioni, alla tecnologia, rendendo così irrilevante l’uso dei sensi a vantaggio di un approccio scientificamente “silenzioso”. L’Humanitas è il fondamento  della relazione tra operatore sanitario e paziente.  Un viaggio tra le radici della medicina evidenzia l’attenzione data a tutti gli aspetti e soggetti coinvolti in un percorso di cura. Lo stesso Ippocrate nel 400 a.C. sottolinea che “La medicina è fatta di tre cose: la malattia, il paziente e il medico; quest'ultimo è il servo dell'arte”; o l’antico motto dei primi ospedali francesi riferito all‘ hôtel-Dieu, “Se sei malato vieni e ti guarirò, se non potrò guarirti ti curerò, se non potrò curarti ti consolerò”.
Niente di più vero per la Cefalea. Platone in  Charmides 428-348 a.C., dice “io ti darò la medicina contro il mal di testa a condizione che tu mi lasci prima la tua anima, perché io possa fare i necessari esorcismi”. Nella pratica medica ciò si traduce nelle parole di Oliver Sacks “…una sola regola fondamentale per quanto riguarda la terapia del paziente ed è quella che bisogna sempre ascoltare il paziente, perché “se qualcosa affligge il paziente emicranico oltre all’emicrania è il fatto di non essere ascoltato dal medico ma osservato, analizzato, imbottito di farmaci, spremuto ma non ascoltato”.
La cefalea è senza dubbio la più frequente forma di dolore che affligge il genere umano fin dalle origini. L’eterogeneità clinica è anche spiegabile sulla base del fenomeno della comorbidità psicopatologica.
Metodo – L’eterogeneità clinica è anche spiegabile sulla base del fenomeno della comorbidità psicopatologica. Corpo e mente non sono due mondi separati, ma sono due parti, in continua influenza reciproca: l’uomo nella sua unità somato−psichica. Il mal di testa, spesso è il risultato di un meccanismo di trasformazione di un disagio psichico in un dolore del corpo localizzato al capo. È auspicabile utilizzare con il paziente cefalalgico un approccio integrato interdisciplinare, dove più specialisti prendono in carica il paziente, ne curano oltre che l’aspetto fisico anche l’aspetto psicologico e corporeo, considerando che l’uno non può prescindere dagli altri. Il modello di intervento, che noi vogliamo presentare prevede, oltre la visita neurologica, una valutazione psicopatologica con la possibilità di un intervento mirato di psicoterapia o di Biofeedback Training.
Nella profilassi dei pazienti con Cefalea l’approccio integrato produce un risultato più efficace rispetto alla sola terapia farmacologica, in quanto incide sulla motivazione al trattamento, sull’affidamento terapeutico, sulla compliance e sul conseguente miglioramento della qualità di vita. Inoltre la necessità dell’umanizzazione della pratica di cura motiva  il lavoro delle associazioni. Sul piano della cefalea  riconosciamo l’operato di Alleanza Cefalalgici (Al.Ce. Group - CIRNA Foundation), un gruppo operativo della Fondazione CIRNA (Centro Italiano di Ricerche Neurologiche Applicate), costituito da pazienti e medici che lavorano di concerto per migliorare la qualità dell'assistenza e delle informazioni per i soggetti affetti da "mal di testa".
Alleanza Cefalalgici nasce come nel 1999 con lo scopo preciso di essere un’associazione di pazienti per i pazienti. Scopo principale di Al.Ce. è quello di diffondere informazioni sulla cefalea per aiutare i pazienti a meglio comprendere i propri disturbi, come anche la possibilità di gestirli con trattamenti adeguati. Ma la ricaduta di questa forma di associazionismo riguarda, oltre i pz, i familiari e gli operatori. Nello specifico gli obiettivi sono:
a. Dar voce ai malati, affinché possano liberamente esprimere il loro stato d’animo, le loro paure, i loro bisogni.
b. Condividere le loro esperienze di malattia e sviluppare strategie solidali: aiuto concreto nelle situazioni di crisi, sostegno esistenziale, consolidamento dei valori di autonomia e dignità della persona malgrado la presenza della malattia.
c. Assicurare ai malati e alle famiglie una corretta ed esauriente informazione sulla malattia, sul suo decorso, sulle possibilità di cura e sulle eventuali alternative terapeutiche, nonché sui possibili provvedimenti di ordine assistenziale, sociale ecc.
d. Affermare il diritto dei malati alla rimozione degli ostacoli che si frappongono sia all’accesso ai servizi sanitari, sia all’integrazione nella vita della comunità.
e. Favorire la formazione del personale di cura.
f. Sollecitare la comunità scientifica allo svolgimento di ricerche.
g. Partecipare al disegno stesso della ricerca orientandola verso obiettivi significativi.
Perseguire tali obiettivi ha richiesto un’articolata programmazione delle attività proposte ai pz e familiari coinvolti nell’Alce. Così accanto a momenti di approfondimento medico specialista, si sono proposte 2 attività di intervento specifiche.
Primo ambito di intervento: La scuola
L’aumento delle forme croniche di cefalea ed il problema dell’abuso di analgesici; l’aumento di incidenza di cefalee primarie nell’età evolutiva e adolescenziale, ci ha portati a considerare la scuola come soggetto e come luogo di applicazione di un progetto di promozione alla salute. In collaborazione con lo sportello di Alleanza Cefalalgici della regione Campania abbiamo ideato e realizzato questo lavoro. Presso alcuni istituti scolastici della provincia di Napoli sono stati svolti incontri formativi ed informativi per genitori, docenti e alunni, parallelamente, sono stati realizzati degli incontri esperenziali solo con gli alunni. A 239 alunni (103 M e 133 F) di 15 anni di età media (14-16) è stato somministrato il questionario HIT-6, questionario standardizzato, che valuta gli effetti riferiti del mal di testa. I punteggi sono crescenti da meno di 49 (nessun impatto della cefalea sulla vita) ad un punteggio superiore a 60 (la cefalea ha un impatto importante sulla sua vita). Le domanda del test sono state integrate da altre informazioni: Giorni al mese con cefalea, uso o non uso di analgesici e/o terapia di profilassi e se era mai stato contattato uno specialista esperto in diagnosi e cura delle cefalee. L’analisi dei dati raccolti con il questionario HIT-6 ha evidenziato che il 23% degli alunni, con punteggio inferiore a 49 o compreso fra 50 e 55, non fa comunque uso di analgesici e di terapia di profilassi, e non si è mai rivolto ad uno specialista. Il 18% degli alunni, con punteggio compreso fra 55 e 59, cioè  con dichiarata cefalea, solo nel 2% fa terapia di profilassi, nel 9% ha consultato uno specialista, mentre  nel 30% usa solo analgesici. Infine il 36% degli alunni, con punteggio > 60, quindi con una ricaduta evidente della cefalea sulla qualità di vita, solo nel 7% fa terapia di profilassi, nel 4.5% ha contattato uno specialista, mentre nell’81% utilizza solo analgesici. Quindi, i risultati del HIT-6 mostrano una percentuale del 54% di alunni che soffre di cefalea con un impatto medio-grave sulla qualità di vita e di questi il 44% usa solo la terapia sintomatica, il 5% fa terapia di profilassi, il 6% si è sottoposto ad una visita specialistica. I dati parlano di un’incidenza notevole di cefalea sulla popolazione esaminata superiore a quella della popolazione generale, confermano il grande ricorso alla terapia sintomatica, rispetto a quella di profilassi, con una notevole sottovalutazione del problema cefalea dimostrata dalla bassissima percentuale di pazienti che si rivolgono allo specialista.
Allo stesso tempo l’incontro con i genitori e i docenti ha mostrato la difficoltà a leggere le informazioni educazionali fornite come una possibilità aperta alla soluzione del problema dolore. L’incontro con gli alunni ha mostrato la capacità  immediata e creativa dei ragazzi nel rappresentare il dolore ed i possibili percorsi di cura.
Secondo ambito di intervento: Gruppo Auto-Aiuto. I paziente, soci ALCE, ed i familiari hanno la possibilità di partecipare ad incontri di informazione e prevenzione, alternati dal gruppo di Auto- Aiuto. Lo spirito del gruppo nasce con il fine di approfondire come nel sociale vi siano gli strumenti materiali e/o psicologici per affrontare i problemi umani. La sola condivisione del problema favorisce la sua conoscenza. Paragonarsi o sentirsi differenti da colui che soffre dello stesso problema aiuta nella definizione del problema stesso, nell’elaborazione delle strategie risolutive. Il gruppo offre uno scenario fortemente esplicativo di come il confronto sociale interindividuale possa rappresentare un fattore di efficacia dei processi terapeutici. I dati sono stati approfonditi con l’utilizzo del SF 36, che valuta la qualità di vita, con somministrazione annuale. I risultati derivanti dalla valutazione del test e dai colloqui evidenziano il beneficio tratto da un approccio psico-sociale oltre alla terapia farmacologica. E’ esperienza comune, infatti, sentire in uno stato di disagio, di sofferenza, fisica o psichica che sia, il tempo procedere lento. E’ come se l’orologio imperfetto dell’esistenza, durante il momento del dolore, segnasse sempre la stessa identica ora, per minuti, attimi o istanti infiniti. Solo la presenza dell’altro, l’esserci, il ritrovare il proprio dolore nell’altro riesce a rimettere in moto il ticchettio della propria vita.

 

Bibliografia

 

1.      Bateson G., Verso un’ecologia della mente, Adelphi, Roma (1977 trad. it.)

2.      Bertini M., Psicologia e Salute, Nis, Roma (1988)

3.      Bertini M., Da Panacea a Igea: verso il delinearsi di un cambiamento di paradigma nel panorama della salute umana, Franco Angeli, Roma (2001)

4.      Braibanti P. Pensare la salute, Franco Angeli, Roma (2002)

5.      Gadamer H. G. Dove si nasconde la salute, Cortina, Milano (1993)

6.      Ruggieri V., (1988). Mente, corpo, malattia. Il Pensiero Scientifico Editore, Roma

7.      Solano L., Telfener U., La pratica psicoterapeutica in psicologia della salute, 2003 (app.)

 

 

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