Dolore, paure, culture negli spazi del Mediterraneo
PRESENTAZIONE
Dai luoghi della sofferenza ai luoghi della ri-nascita
Solo colui che anche tra ombre
levò la lira,
può con cuore presago cantare
la lode infinita.
R. M. Rilke, “Sonetti a Orfeo”
Fisico, morale, mentale: sono le variegate forme con cui l’eterno spettro del Dolore si rivela all’uomo, inestricabilmente connaturato alle molteplici dimensioni dell’esistenza – che è corpo, pensiero, esperienza. Ne consegue che, parafrasando lo psicoanalista Recalcati, nessun singolo sapere può esaurire in maniera esaustiva questo complesso, quanto misterioso tema. Per risalire alle radici della Sofferenza appare utile un percorso pluridisciplinare che implichi l’apporto non solo delle Scienze Mediche – protese a definirla secondo parametri organici “misurabili” – ma anche delle Scienze Umane: una modalità che consente di riscoprire la struttura dei nostri comportamenti oltre gli stereotipi e il sapere scientifico.
Il dolore è il segnale di un disordine interno che pone il soggetto in una condizione di “asimmetria esistenziale”, sospeso tra assenza e distacco: paura, angoscia, vuoto ne rappresentano lo statuto psicologico; la sensazione di essere soli, senza famiglia, senza patria, ne caratterizzano la dimensione esistenziale.
Il presente diventa un vacuum privo di memoria e di progetto; la vita umana si trova esposta, impotente, ad una condizione di fallimento della ragione: una “canna al vento”, in bilico tra il nulla e l’eternità. La solitudine e il conseguente horror vacui ergono un muro invalicabile, che chiude fino in fondo ogni varco di uscita a ragioni di vita. L’atto finale si consuma in un salto nel baratro: un vuoto di senso in cui si dissolve il sé e la propria esistenza.
Quale la via di uscita? E’ possibile trasformare i luoghi della sofferenza in luoghi della ri-nascita?
Il filosofo G. W. F. Hegel
afferma che “solo ritrovando se stesso nell’assoluta devastazione, l’uomo guadagna la sua verità”; mentre è il grande F. Nietzsche a indicarci le “sublimi rivelazioni” che possono dischiudersi al dolore estremo: “tutto ció che l’anima ha acquistato in profondità, segretezza, dissimulazione, spirito, astuzia, grandezza, non l’ha forse appreso sotto la sferza del dolore, alla scuola del grande dolore? ”.
Quante geniali creazioni nascono dal dolore! Basti citare – in un elenco potenzialmente interminabile – i Tragici Greci, Ungaretti e Montale per la letteratura; Bach, Beethoven e Verdi per la musica; Caravaggio, van Gogh e Munch per la pittura.
Nella prigione del dolore, dal naufragio della ragione può nascere il conforto della speranza, proiezione nel futuro, trascendenza fino al Logos e, forse, preludio alla ri-nascita nella vita eterna:
E udii allora una voce potente che usciva dal trono:
“Ecco la dimora di Dio tra gli uomini!
Egli dimorerà tra di loro,
essi saranno il Suo popolo e Lui sarà il loro Dio;
e asciugherà ogni lagrima dai loro occhi,
e non vi sará più nè morte, nè lutto, nè patimento, nè affanno,
perchè le cose di prima sono passate”.
Apocalisse, La Nuova Gerusalemme, Cap. XXI, 1-5
Fig. Il Centauro Chirone insegna ad Achille a suonare la Lira, Napoli, Museo Nazionale