A passeggio con la cefalea nella storia. Alcuni emicranici famosi
Emicrania: quel demone mai distrutto
di Enrico Volpe (*)
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Sigmund Freud |
Caricatura di inizio ‘800 di James Gillray. |
L’emicrania era nota fin dai tempi antichi e numerosi e bizzarri erano i rimedi per curarla. Nella mitologia greca si racconta che Zeus si fece aprire la testa da Vulcano con un colpo d’ascia per eliminare i violenti dolori di testa e così accadde che uscì dalla testa di Zeus Atena dea della sapienza e delle arti.
Rimedi in manoscritti del’200: a sinistra applicazione di erbe medicinali; a destra apertura del cranio.
In un poema sumerico del 3000 a.C. a proposito del mal di testa si legge “ una terribile tempesta di cui nessuno conosce le cause ne quanto puo durare”.
Nel 1500 a. C. gli Assiri-babilonesi maledicevano il “ demone della testa “ .
Gli Egizi lo attribuivano a Tiu, uno spirito maligno, che faceva penare il faraone Amenophis IV, sposo di Nefertiti, soffrente di cefalea, e lo costringeva a trascorrere molte ore a letto e al buio.
I rimedi messi in opera all’epoca per debellare il mal di testa furono soprattutto quelli atti a rimuovere gli spiriti maligni dalla testa: uso di unguenti, esorcismi, formule magiche e trapanazione del cranio, nei casi piu gravi.
Nel papiro medico di Ebers del 1550 circa a.C. si legge “ per i dolori localizzati ad un lato della testa , cuocere nell’olio un cranio di pesce siluro e se ne spargerà la testa per quattro giorni” oppure “ uno stelo di canna, una resina di terebinto, grasso, ginepro, pece, bacche di alloro, sminuzzare e applicare sulla testa”.
Tentativi di cure più fantasiose erano quelli di pronunciare frasi scaramantiche cospargendosi di pomate miracolose oppure di legare sulla testa del malcapitato un piccolo coccodrillo di argilla con in bocca del grano sacro o ancora, anche più recentemente, di avvolgere la testa con una fascia contenente dischetti di zinco e rame oppure con fettine di patate o fette di carne fresca ( cultura contadina del XX secolo).
Dobbiamo arrivare al V secolo a. C. per avere le prime conoscenze mediche della cefalea. Ippocrate di Kos descrisse per primo i disturbi visivi che precedono la cefalea, attribuì la causa di essa ad una possibile infiammazione del naso e dell’orecchio e ne indicò il rimedio in una polvere amara estratta dalla corteccia di salice ( precorritrice dell’aspirina, nome brevettato dalla Bayer nel 1899 ).
Nel I secolo a.C. un altro importante personaggio della medicina classica, Arateo di Cappadocia contribuì a fare uscire la cefalea dal buco magico-animistico in cui giaceva, coniando il nome da emicrania ( da hemi: meta e kranion: cranio ) e descrivendo per la prima volta l’aura emicranica e la stessa emicrania “l'emicrania si distingue dalle altre forme di cefalalgia per la sua sede e la sua intermittenza; essa sopraggiunge a intervalli più o meno lunghi e si limita a una sola meta del cranio". Tuttavia consigliava come rimedio l’uso di birra per combattere gli attacchi emicranici.
Il santo martire Pietro Rosini ( 1203-1252 ), padre domenicano che fu ucciso con un colpo di roncola sulla testa, è considerato il protettore degli emicranici. E cio sarebbe dovuto al fatto, che come si racconta, l’ Arcivescovo di Milano Giovanni Visconti, per ospitare la testa del santo nella sua cappella , la fece staccare dal corpo e la mise in una urna d’argento.
Immediatamente dopo incominciò a soffrire di atroci mal di testa, che scomparvero solo quando fece trasferire la testa del santo nel suo posto originario. Da allora molti miracoli di guarigione dal mal di testa furono attribuiti a Pietro, che divenne ben presto il santo protettore degli emicranici;
una usanza del popolo milanese, infatti, vuole che chi voglia liberarsi della cefalea si rechi nella chiesa di Sant’Eustorgio e dia una lieve testata sul sepolcro del santo oppure strofini l’urna con un panno da avvolgere in testa.
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Illustrazione del 1810: terapia emetica.
( secondo la quale inducendo il vomito si ristabiliva l’equilibrio del corpo ) |
Congegno a vibrazione per la cura dell’emicrania
in uso all’inizio del secolo scorso. |
Fine ‘800 : fascia con dischetti di zinco e rame da
applicare alle tempie per la cura della cefalea.
Dal periodo di Ippocrate fino a circa il ‘700 due teorie sulle cause della cefalea furono dibattute:
la teoria umorale e quella simpatica ; la prima attribuiva l’origine della cefalea al disquilibrio di quattro umori: sangue, flegma, bile gialla e bile nera .
La seconda ipotesi etiopatogenetica poneva alla base del disturbo emicranico il disordine viscerale
dello stomaco, dell’intestino e dell’utero.
Anche il mondo occidentale non si è sottratto al fascino di terapia strane e fantasiose; il grande chirurgo arabo Abulcasis ( 936-1013 ) consigliava, decisamente, negli emicranici l’intervento sull’arteria temporale all’altezza delle tempie oppure la cauterizzazione delle bozze frontali ( nella cefalea) o al centro della testa ( nell’emicrania).
Sempre in Occidente un’altra causa di cefalea fu identificata nella cosiddetta pietra della follia ovvero l’osteoma ( formazione ossea benigna di frequente riscontro) che procurava tremendi mal di testa così da convincere i barbieri-cerusici rinascimentali ad operarlo chirurgicamente con, ovviamente, gravissimi rischi per il povero emicranico.
Nel ‘600 l’anatomista inglese Thomas Willis ( 1621-1675 ), avendo intuito il ruolo dei vasi cerebrali nella patogenesi dell’emicrania, prescriveva diete prive di vino e carni speziate, bagni e rapporti sessuali, e raccomandava salassi, clisteri, decotti succo di millepiedi e di tarme mescolato con acqua distillata e somministrato in polvere.
Nel 1796 il medico Erasmus Darwin emicranico, nonno di Charles Darwin (anch’egli sofferente di emicrania) sulla scorta della conoscenza del fattore vascolare nella patogenesi dell’emicrania studiò e praticò ai suoi pazienti una serie di manovre centrifuganti utili a fare refluire il sangue dalla testa e decongestionarla.
Nel 1938 due neurologi americani John Graham e Harold G. Wolf con lo stesso intento di E. Darwin inventarono una specie di “ centrifuga umana “ che serviva a spingere il sangue dalla testa verso gli arti inferiori.
Finalmente nel XX secolo le conoscenze biochimiche, neurofisiologiche cerebrali, l’avvento di mezzi di neurodiagnostica funzionale e la sistematizzazione critica della nosografia delle cefalee hanno dato al disturbo emicranico un notevole impulso sul piano delle conoscenze e della terapia. E tuttavia il problema cefalea, che demone non e, appare però tuttora non sconfitto ed affligge una buona percentuale ( 25-30 % ) della popolazione italiana con, sempre piu embricate, correlazioni con altre patologie .
Sigmund Freud Virginia Wolf Girolamo Savonarola Giovanni Calvino Giulio Cesare
Emanuele Kant Blaise Pascal Giacomo Leopardi Fryderyk Chopin Charles Darwin
San Paolo Michelangelo Buonarroti Victor Hugo Lev Nicolaevic Tolstoi Richard Wagner
Friedrich Nietzsche Vincent Van Gogh Benito Mussolini Adolf Hitler Giovanna d’Arco
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Marilyn Monroe Liz Taylor Elvis Presley Giulio Andreotti
(*) Professore aggregato - Ricercatore
Dipartimento di Psichiatria
Seconda Universita degli Studi di Napoli
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