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L'Editoriale

Un bilancio di quattro anni da coordinatore regionale SISC:
 tra cinismo imperante, vuoto permanente e grandi assenti 

Io, Mister Cellophane

di Mimmo Cassano

A fine dicembre scadrà il mio mandato di coordinatore regionale SISC: quattro anni segnati da grande entusiasmo e fervido attivismo. Personalmente venivo fuori da un “esilio” volontario durato circa 20 anni e motivato dal rifiuto verso un clima  scientifico e sanitario campano – a dir poco – insostenibile: un mondo popolato da baroni e baronetti con la b minuscola, privi di carisma, dotati di uno stile comportamentale attinente più a quello camorristico che a quello che dovrebbe competere a uomini di scienza o, volendo scendere di gradino, a persone votate al bene comune.

La riorganizzazione del direttivo regionale SISC, congiuntamente all’attivismo profuso dalla emergente AINAT (l’Associazione Italiana degli Specialisti ambulatoriali Neurologi, nata in Campania), suggerivano l’idea di una “primavera” campana,  una stagione nuova in cui si bandiva tutto “il brutto” degli anni pregressi, vale a dire il cinismo, l’individualismo, l’appropriazione indebita degli spazi, le manovre di cortile, etc., etc. .

La stretta cooperazione SISC-AINAT da una parte ridava dignità ad una categoria professionale – quale quella dei Neurologi Territoriali – troppo spesso svenduta e svilita da scellerate politiche regionali; dall’altra consentiva alla SISC stessa, sotto la guida di un Territoriale (quale io sono), di potenziare la sua rappresentatività in una regione in cui aveva sempre avuto scarsa visibilità.  Per la prima volta, si teneva in Campania (a Caserta!)  un Congresso Nazionale; numerose iniziative venivano svolte, di cui alcune indimenticabili – quali gli incontri con la SISC Lazio-Molise e con le regioni del Sud Italia –,  tutte accolte con entusiastica ed ampia partecipazione, creanti aggregazione oltre che acculturazione. Vasta eco giungeva anche fuori regione, laddove  il “nuovo associazionismo” campano assurgeva a modello da imitare.

Ma, ahimè, tirando le somme conclusive di questi fatidici quattro anni, devo rilevare che le gloriose premesse non hanno dato luogo ai risultati sperati; al contrario, si ha la sensazione di aver prodotto – parafrasando  Shakespeare – “molto rumore per nulla”! Qualcosa non è andato per il verso giusto: la fuoriuscita dalla SISC del past-coordinatore regionale (con motivazioni non del tutto irragionevoli); la mia cacciata dall’AINAT, con fare subdolo,  ad opera degli  stessi personaggi che qualche mese prima mi avevano nominato – per loro insistente volontà – vicepresidente nazionale; un Direttivo regionale SISC quasi volatilizzato; per non parlare delle difficoltà nel riorganizzarne uno nuovo e nel reperire validi successori. Si aggiunga a tutto ciò  la benedizione della Dirigenza nazionale della SISC, più “direttiva” che incline all’ascolto, del tutto indifferente alle problematiche campane, e che considera oltremodo i suoi attuali componenti “poco credibili” sul piano scientifico se si pensa che nell’ultimo congresso di Modena alla nostra sventurata regione – tra le più attive quanto ad eventi scientifici e culturali svolti – non veniva concessa la benché minima parvenza di rappresentatività. Per dirla in termini figurati: un’atmosfera kafkiana in cui io vago sospeso, trasparente, etereo – come “mister Cellophane“, il personaggio del film Chicago.

Le attuali condizioni della SISC Campania sono tali da giustificare un commissariamento o addirittura l’annessione alla SISC Lazio-Molise o Puglia.

Pascal, il grande intellettuale francese, afferma che “le cose umane bisogna prima capirle per poi amarle;  di contro, le cose divine bisogna prima amarle per poi capirle”: del tutto indifferente alle “cose umane”, dal canto mio ho sempre inseguito “le cose divine”, vale a dire  sogni,  passioni e miti. Continuerò lungo questa strada e considero questo quadriennio della mia vita tra i più belli e fecondi, fosse soltanto per la gioia ed il piacere di aver conosciuto tante belle persone, che mi hanno dato moltissimo in termini di crescita etica ed intellettuale, ad alcune delle quali mi legano anche sentimenti di sincera amicizia. A tutti costoro, nella più estrema semplicità e con tutto il cuore, dico: grazie, grazie, grazie!

 

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