ERRORI DIAGNOSTICI NELLE CEFALEE IN ETÀ PEDIATRICA
DIAGNOSTIC MISTAKES ABOUT CHILDREN’S HEADACHE
Marco Carotenuto, Ricercatore di Neuropsichiatria Infantile, Seconda Università di Napoli
marco.carotenuto@unina2.it
“Noi siamo piccoli, ma cresceremo….”
Nel piccolo e bistrattato mondo della cefalea infantile sono tanti e importanti gli errori che vengono compiuti dagli operatori sanitari.
L’errore più comune è quello di negare l’esistenza della sintomatologia cefalalgica nei bambini, intendendola sempre come mistificazione o finzione per secondi fini (evitare di fare i compiti o saltare la scuola). Non tutti i bambini hanno in odio la scuola, anzi al contrario la maggior parte di essi ama andarci e vivono profonda difficoltà quando non riescono ad assolvere il proprio dovere o fanno male il loro “lavoro”.
La scuola, infatti, è l’ambiente più importante di crescita, sviluppo e confronto che i bambini vivono oltre alla famiglia. È nell’ambito della scuola che vengono stimolati a crescere dai coetanei e dagli adulti che li guidano, ma soprattutto sviluppano la loro naturale curiosità di esplorare il mondo che li vede sempre piccoli. Ai bambini non piace essere costretti a restare a casa perché malati, non amano stare in pantofole come gli adulti davanti alla televisione, ma i bambini si abituano e si adattano a tutto, perfino ad assumere atteggiamenti da adulti.
Il secondo errore è proprio questo: adultomorfizzare i bambini. In pochi fortunati possiedono il meraviglioso dono di riuscire a vedere il mondo con i loro occhi, di sentire le vibrazioni degli affetti con il loro cuore, di svettare alle loro altezze di amore e di tenerezza. I bambini sono bambini, non sono piccoli adulti, non sono gli specchi delle insicurezze e paure di noi adulti. I bambini sono quel dono meraviglioso che la vita ci regala con cui mantenere giovani le nostre menti, altrimenti costrette alla sedentarietà del quotidiano, e in allenamento il nostro spirito. Guardando, quindi, il mal di testa con i loro occhi, potremmo vedere un mondo differente da quello che immaginiamo, un mondo in cui c’è un piccolo angelo che ha solo paura e che non capisce perché sta male e che cerca nell’adulto il proprio conforto. Non sempre l’adulto è capace di uscire dalle proprie vesti o dal proprio camice e di sedersi in terra per giocare con loro e per provare a capirli dandogli semplicemente la mano ed entrare in risonanza con una grande anima chiusa in un piccolo corpo.
Il terzo errore e tutti gli altri non sono altro che la conseguenza dei primi due, che non fanno altro che illudere il bambino di guarirlo o di farlo stare bene (dandogli terapie “placebo”) o di sottoporlo a troppi esami diagnostici o a nessun esame perché tanto non ha nulla….
Forse da me ci si aspettava una disquisizione pseudodotta sugli errori nella gestione delle cefalee infantili. Perdonatemi, ma stavolta ho preferito far parlare il cuore, unico strumento per comprendere i bimbi.