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SANTA LUCIA



Il nome dell’antico quartiere deriva da Santa Lucia, la santa protettrice dei marinai a cui è dedicata la storica Chiesa - Santa Lucia a Mare - risalente al IX secolo, più volte distrutta e sempre ricostruita.
Per secoli Santa Lucia rimane il nome di una spiaggia, nota perché al tempo degli angioini in una insenatura era allestito il Porto dei Provenzali; e tale rimane malgrado la via costruita nel Cinquecento e risistemata nel Seicento per collegare questa zona al nuovo Palazzo Reale (realizzato nel 1600 da Domenico Fontana).

Prima degli interventi di “riassetto” di fine Ottocento, il suo aspetto era ben diverso da quello attuale: una spiaggia di pescatori e un borgo pittoresco e vivace,  popolato dai “luciani”. Tra essi, ricordiamo alcune figure tipiche quali  l’ ”ostricaro”, il venditore di frutti di mare lungo la strada,  e l’ “acquaiolo”, il venditore di acqua sulfurea, conservata in anfore di creta (le “mummare”), oggetto di descrizioni meravigliate di scrittori e viaggiatori stranieri e tema preferito dai pittori, tra cui ricordiamo il grande Vincenzo Gemito. Gli interventi di “risanamento”,  a partire dal 1884,  modificano radicalmente la zona: alla fine del XIX secolo il lungomare diviene l’esclusivo luogo di passeggio di carrozze e comitive raffinate di aristocratici e ricchi borghesi, che indugiano ad ammirare il panorama del golfo fino al romantico scenario della Villa Reale.

Il caratteristico borgo, un tempo popolato da pescatori e paranze colorate,  si perde definitivamente con le colmate dei primi del Novecento e la costruzione della doppia fila di palazzi, che divide oggi la strada dal mare.

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Il mutamento dei luoghi, voluto dai nuovi amministratori, fu attaccato dagli intellettuali dell'epoca, secondo i quali il fascino della zona sarebbe stato irrimediabilmente danneggiato. La stampa enfatizzò questi giudizi, provocando l'arrivo di numerosi pittori e fotografi che si affollarono sul posto con l'intento di catturare le ultime immagini prima della metamorfosi. L'intervento, nonostante le critiche, accentuò ancor di più il carattere turistico e residenziale dell'area, dove ora sorgono i più panoramici alberghi partenopei. Fra questi si possono citare il Royal Continental (sede del nostro convegno),  l'Excelsior dal delizioso aspetto liberty, il Santa Lucia progettato da Giovan Battista Comencini ed il Vesuvio, ultima residenza del tenore Enrico Caruso.

Ma il fascino che ha stregato fin dall’antichità viaggiatori e artisti persiste nella suggestione del luogo e nell’incanto delle leggende: la Chiesa di Santa Lucia (via Santa Lucia, 3), fondata, secondo la tradizione, dalla nipote dell’imperatore Costantino; Santa Maria della Catena  (Via Santa Lucia, 100) che conserva il sepolcro dell’ammiraglio Francesco Caracciolo, eroe della Repubblica Partenopea del 1799, nata come cappella di pescatori, così chiamata per la leggenda della miracolosa liberazione dalle catene di tre marinai accusati ingiustamente.



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