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L'ANTICA PARTENOPE



Secondo la leggenda, la sirena Partenope sarebbe giunta in fin di vita sulla riva dell’isolotto di Megaride, il cui nome deriva da Megara, moglie di Ercole, il quale vi avrebbe sostato di ritorno dalla Spagna con le greggi sottratte a Gerione. E’ su questo promontorio  che ha inizio la vita di Partenope, il primo insediamento greco,  esteso fino alle pendici del monte Echia (Pizzofalcone e Monte di Dio), corrispondente dunque alla città vecchia, Palaiopolis  o Palepoli, distinta dalla città nuova  o Neapolis che coincide con il “centro storico” della Napoli di oggi (San Biagio dei Librai, via dei Tribunali).
Il monte Echia, con le pareti tufacee a strapiombo sulla spiaggia, offriva i rifugi naturali delle grotte (le grotte Platamonie) in cui riparare le barche dei pescatori. Con l’arrivo dei Romani, l’area divenne luogo di culto (ivi si adorava il Sole sotto il nome di Serapide o di Mitra) ed anche vero e proprio “luogo di delizie” della città. Le grotte Platamonie (in gran parte chiuse dal viceré Pedro de Toledo e da cui deriva il nome Chiatamone), ricche di sorgenti sulfuree, divengono terme attrezzate, frequentate da patrizi e matrone.



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