ANALISI DELL'OPERA
Maschere sì, ma con un cuore
Questo autentico capolavoro raccoglie in una struttura “razionalistica”, quasi matematica, i luoghi comuni della commedia dell’arte. Ciascuno dei sei personaggi incarna un peculiare carattere: Ferrando è l’innamorato patetico, Guglielmo il corteggiatore di bocca buona, Fiordiligi orgogliosa e sentimentale, Dorabella volubile e disinvolta, sospinti ai loro incontri da due diversi volti della saggezza, quella pratica di Despina e quella meditata di don Alfonso.
Ma, alle continue simmetrie strutturali dell’intreccio e degli affetti, Mozart insinua qualcosa che va al di là dei caratteri: non il romanticismo dei sentimenti ma l’umana irrequietezza della passione, il turbamento del cuore. Il divertimento o la parodia, la godibilità totale dell’opera sono venati di amaro, perché l’ingranaggio finisce con il coinvolgere tipi umani e non soltanto teatrali.
Il risultato finale è esaltante. Un vero e proprio miracolo dell’opera: la presenza di una umanità dietro la maschera o, viceversa, di una maschera in ogni uomo. Del resto, la stessa vita sentimentale di Mozart - ed in vero anche quella del librettista, l’abate da Ponte - presentavano esperienze non molto dissimili da quelle ivi narrate.