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La Lyra: Miti e riti di uno strumento divino

Solo colui che anche tra ombre levò la lira...

Cercheremo in questo articolo di spiegare uno dei simboli fondamentali adottati per il Simposio “Padre, non vedi che soffro? ”: la Lyra.

Il valore simbolico dell’Arco

L’arco, oltre che un valore funzionale (nell’epoca primitiva era strumento di caccia) riveste anche significati simbolici: l’arcobaleno è ponte tra cielo e terra;  Febo, il Sole (nome latino del dio greco Apollo), con il suo arco scaglia frecce luminose e sonore. Ma soprattutto l’arco diviene anche strumento musicale: lo stesso Febo, signore delle Arti e guida delle Muse, se con una mano mantiene l’arco, con l’altra trattiene la Lyra.
In tutto il mondo primitivo, era diffuso l’impiego dell’arco musicale, principalmente usando la bocca per amplificare il suono della corda, oppure utilizzando una zucca o una vescica di budello.


Le origini degli strumenti a corda

L’origine degli strumenti a corda può essere collocata nel periodo neolitico,  6000-8000 a. C., parallela all’invenzione del telaio per la tessitura. Di fatto, la prima presenza degli strumenti a corda è documentata intorno al 3000 avanti Cristo nell’area che va dal Nilo alla Mesopotamia, lungo tutto il percorso delle antiche civiltà, Egitto, Cicladi,  Palestina, Siria, Persia, fino alla valle dell’Indo e la Cina.
Degno di nota il rilievo che nonostante nella mitologia classica si attribuisca l’invenzione degli strumenti musicali a corda a figure maschili, l’evidenza archeologica li associa invece al mondo femminile. Sono diverse infatti le raffigurazioni antiche in cui questi strumenti si trovano in mano a una donna.
I Greci e i Romani non inventarono strumenti a corda ma li perfezionarono: la lyra greca è il perfezionamento di una cetra siriaca usata da ragazzi e dilettanti.

Aspetto simbolico e mitologico della Lyra
La Lyra era ottenuta assemblando un carapace di tartaruga (che rappresentava la vita intermedia tra il Cielo e la Terra), una pelle tesa (simbolo del sacrificio) e due corna su cui erano montate le corde (che rappresentano il Toro celeste).
La Lyra era dunque un altare simbolico che univa il Cielo e la Terra.
Far vibrare la Lyra significava far vibrare il Mondo: le nozze cosmiche si compiono, la Terra viene fecondata dal Cielo, piove sui campi e le femmine si ingravidano.
Mercurio (Hermes per i Greci) inventò la Lyra assemblando i vari pezzi una notte, poi la diede a Febo-Apollo per sdebitarsi dall’avergli rubato le giovenche sacre.
Sempre secondo le antiche mitologie, lo stesso Mercurio (che era il dio Thot per gli Egizi) udì sulle sponde del Nilo il melodioso suono che proveniva da un carapace di tartaruga seccato al sole i cui tendini interni vibravano al vento. Le origini naturali e soprannaturali della musica sono presenti in questa prima arpa eolia così come il primo flauto vuole essere una semplice canna che fischia con il vento - un organo a vento.

Matematica cosmica e armonia delle sfere: scale e teoria musicale
Già cinquemila anni fa, in Egitto, Mesopotamia e Cina si cercavano le interrelazioni  tra astronomia, matematica, strumenti e sistemi musicali, architettura, scrittura, organizzazione sociale.

Intervalli tra le note e armonia delle sfere, secondo la dottrina pitagorica

La scuola Pitagorica (500 a. C.) riteneva che il mondo fosse regolato dai medesimi rapporti di proporzione che stanno a fondamento dell’armonia sonora: il Cosmo era concepito come un gigantesco strumento musicale. Il moto dei corpi celesti veniva messo in relazione con i risultati della divisione di parti di una corda vibrante, i rapporti armonici risultanti furono utilizzati per quantificare le distanze tra i pianeti.
I sette pianeti compresi tra la Terra e il Firmamento, rispettivamente centro e sfera estrema dell’universo, vennero rapportati ai suoni della lira a sette corde, introdotta nel VII sec a.C. e rappresentata nell’iconografia nelle mani di Febo-Apollo.

Le prime lire, generalmente nelle mani di Hermes-Mercurio, del IX e VIII sec. A. C. avevano solo 4 corde, che rappresentavano le stagioni, i due equinozi e i due solstizi così come le quattro zone del mondo.
Macrobio, filosofo, astronomo romano del IV-V sec. D,C, nei Saturnialorum convivia scrive: “Le statue di Mercurio sono per lo più costituite da un blocco quadrato che ha solo la testa e il membro virile eretto; ciò significa che il sole è il capo del mondo e il generatore delle cose, e che tutta la sua forza non consiste in un impiego isolato delle membra ma nella sola mente, che ha sede nel capo. Ha quattro lati per la stessa ragione per cio è attribuita a Mercurio, secondo la tradizione, la cetra a quattro corde. Tale numero sta a significare le quattro zone del mondo o i due equinozi e i due solstizi in cui si divide lo zodiaco; così come la lira di Apollo di sette corde – due tetracordi congiunti – rappresenta il moto di altrettante sfere celesti, regolato per natura dal sole”.

Per tutto il periodo greco e romano, i teorici come Aristosenno (345-300 a.C.) e Aristide Quintiliano (II sec.) continuarono a muoversi sulla linea tracciata dai Pitagorici.
Il sistema musicale comprendeva differenti scale musicali dettate dalla combinazione di tetracordi. Si avevano dei “modi” o “harmoniai”: scala dorica, eolica, frigia, lidia, ionica, che dettavano anche le differenti accordature degli strumenti a corda e la combinazione con gli strumenti a fiato.
Anche se esisteva una forma elementare di notazione musicale, gli antichi Romani come gli altri popoli antiche non  impiegavano normalmente la scrittura della musica, considerata un’arte orale colta e segreta, che si trasmetteva direttamente da maestro ad allievo, tratto tipico del culto dei “misteri”.



I protagonisti

Oltre a Mercurio, Febo e la musa Erato, l’altra figura mitologica di suonatore di cithara per eccellenza è quella di Orfeo, che incarna con le sue gesta il potere “incantatorio” della musica capace di rendere mansueti animali feroci ed essere soprannaturali sino ad “aprire le porte dell’oltretomba”.Nel 600 a.C. in Grecia e nel sud Italia, il mito di Orfeo diede vita ai misteri orfici. Gli adepti, tra cui i Pitagorici, erano vegetariani, credevano nella reincarnazione e alla purificazione ed elevazione attraverso i suoni, un archetipo, quest’ultimo, antichissimo: infatti David liberò Saul dallo spirito immondo con l’arte della melodia. Anche il centauro Chirone, istruttore di Ercole, Achille e tanti mitici personaggi, impiegava la lira considerata importante da apprendere per una buona e completa educazione.

 

 




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